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Un intreccio di cromie e gestualità che crea magie

 Ciò che fa grande il jazz non è solo la sua vocazione improvvisativa. A renderlo un genere unico è anche la sua capacità di porsi agli occhi di tutti, appassionati e non, con uno spiccato senso dell’estetica, fatto di espressioni, luci soffuse e... sguardi.
Lo sa bene il bresciano Pierpaolo Romano, da quattro anni fotografo ufficiale del JazzOntheRoad, che nella mostra «Sguardi sul Jazz» - allestita nei giorni scorsi negli spazi della Galleria delle Battaglie, a Brescia - ha proposto una sequenza di immagini assolutamente suggestiva: 32 istantanee selezionate dal ricchissimo archivio fotografico maturato nel corso delle più recenti edizioni del festival cittadino.
IMMAGINI di grande impatto emotivo, nelle quali la musica viene colta nella sua forza propulsiva, tra le guance rigonfiate del sassofonista Marcus Strikland, ospite nel 2007 con il fantastico Buster Williams 4et, il «polmone» della fisarmonica di Simone Zanchini, le «Chiaroveggenze» della giovane contrabbassista Caterina Palazzi, «Le Muse», dove si intravede la sagoma di David Sanchez, le «Armonie d’insieme» con il grande Eddie Gomez alle prese con lo spartito - tra gli artisti più amati da Pierpaolo Romano - e, forse le foto più intense, il trombettista Tom Harrell, immortalato in tutto il suo universo introspettivo fatto di schizofrenie e sguardi apparentemente persi nel vuoto.
Un intreccio di cromie, di gestualità, ma anche, se non soprattutto, di composizioni geometriche, come le linee parallele che quasi per magia si creano tra il manico della chitarra offuscata di Kurt Rosenwinkel, il leggio e, più in lontananza, la figura assorta di Mark Turner.
Un allestimento raffinato nel quale Romano riesce nell’intento di esaltare, fermandoli, dettagli e attimi di un jazz che per sua natura è in perenne movimento.

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