MENU

recensioni

giovedì 9 marzo 2006

dal BRESCIAOGGI inserto spettacoli - autore FABIO BIX

Porcamiseriaccia: 38 di febbre, aspirine e... verità (in)supposte...
Jazz di qualità, dunque, lo scorso lunedì alla ex Virèr col Feliec Trio (sessione ritmica stabile del quartetto di Steve Grossman, icona d’un jazz glorioso che - forse - non c’è più-ù?).
Massimo Chiarella - si cominci da lui -, «con quella faccia un po’ così» che ricorda uno «Sparring partner» e non a caso, visto il suo passato. Già: frequentava i ring italiani, da giovane il Chiarella. Sì, era un boxeur, lui, prima di. E chissà se pestava davvero forte... Certo non si direbbe, a vederlo oggi leggero ed elegante su piatti e tamburi. Si sa, si sa, la boxe è una questione di ritmo, anche. È certo importante equilibrio e agilità, nella boxe. Heeemmm. I piedi danzanti del Chiarella, le mani... piedi e mani, boxe e musica, chi vince o perde, e chi invece si gode la vita, nella musica; nella boxe un po’ meno. Nella boxe non hai scampo/ nella musica, qualche volta, sì. E il trio non dà scampo quando suona così. Con quel pianismo percussivo (e dagli, con le botte...) che si alterna a sparate di una liricità (boh...?) suadente e irrevocabile (?), perché il Memoli Danilo ha nelle mani la lezione dei grandi pianisti d’oltreoceano (mica c’è da scherzare con uno che si chiama «Gross-man»... e che, un millennio fa, altro che ring: suonava col Davis Miles!). Del resto, lo dice anche Saramago: «il tempo si trascina come un’onda lenta e vischiosa, una pasta di vetro liquido sulla cui superficie ci sono miriadi di scintillii che attraggono gli occhi e deviano il significato, mentre in profondità traspare il nucleo fulvo e inquietante, motore del movimento». Già, è così che si succedono i tre musicisti, - ahpproposito, il 3°, al contrabbasso, è lo Stefano Senni - alternativamente da soli o in coppia a fare il ritmo, il tempo, il nucleo denso del movimento, mentre i compagni, sulla superficie, miliardi di scintillii ti spargono in occhi e orecchi. Ci siamo?... Eppsss: leggilo, mi raccomando, "L’anno della morte di Ricardo Reis" di Saramago. «Se non possedessimo il dono di leggere nei cuori, non sapremmo che dolorosi pensieri lo occupano», altra citazione sua che c’entra solo a metà, visto che nullo pensiero doloroso mi occupava durante l’esibizione del trio.
Mmh... è proprio vero che «il treno dei pensieri all’incontrario va»: ai desideri.
Peraltro: affascinante, vero?, la parola «desiderio»...
Basta, dice Max, «più tranquillo che mai».
È il momento d’infilare la supposta... verità, aggiungo io.
Dicevo, all’inizio, dei 38 di febbre. Bè, lunedì sera nella gola avevo un braciere e il corpo in un puzzle. Indeciso se trascinarmi al concerto o cedere alle suppliche del fisico, m’è venuta un’idea «alla Bix»: recensire il concerto senza andarci! T’ho detto ch’ero febbricitante, no?... Inoltre è, l’idea, coerente con lo spirito della rubrica «Strambix». Poi scusa ma... chissà quante volte i «giornalisti veri», o i criptici critici, o o... l’han fatto senza manco dirti il trucco, no-o? Io, poi... l’idea, dico... avrei voluto che 3 o 4 di quelli che, di solito, il lunedì vanno a sentire il concerto, prendessero nota di questo e di quello, così, per poi assemblare varie impressioni/ dichiarandolo, ovvio. È che uno non c’era, l’altra ha ricevuto l’sms il giorno appresso, il terzo non se la sentiva. Infine, quindi, questo articolo l’ho scritto Max con io.
Come?... Vorresti sapere se almeno Max il concerto l’ha visto?...Fabio Bix (fotografia di PIERPAOLO ROMANO)
 
 


Articoli successivi


Articoli precedenti