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recensioni

venerdì 28 aprile 2006

dal BRESCIAOGGI inserto spettacoli - autore FABIO BIX

«This is the end» cantava Jim Morrison/ Ma no, no, non così...
«Arrivederci amore ciao» scriveva Massimo Carlotto/ Mmh... sì, va già meglio, così. Decisamente più probabile, peraltro. Peraltro odio gli addii, io. D’altronde... D’altrocanto... Quindi... No, sì, beh, in effetti... Sig: è l’ultimo StramBix, questo. Dai, no, adesso non piangere!(lo sto dicendo a me...). Tranquillo, da qualche parte rispunterò (hei, lo sto dicendo attè!).
Che questo strambo viaggio iniziò, com’è spesso, quasi per caso. I lunedì jazz, per me, lì alla ex Virèr, dico. Era il 7novembreZero5, apertura con un duo d’eccezione: Tonolo, il sax, Bonafede, il piano. Strambix, in verità, iniziò 3 concerti più in là, battezzato dal pifferaio magicamente indemoniato, il principino Emanuele Maniscalco, la batteria. Poi ci fu Dino (il) Rubino, il piano, lui. Passò, insieme all’inverno, pure lo Stefano Senni, il contrabbasso (non senza lasciare il segno, lui e l’inverno).
Beh, queste 3 giovani promesse/ già ampiamente mantenute/, mercoledì scorso han strasuonato come sanno far. Strabene, insomma. Questione, come, di coperta, seta mista a lana d’agnello celeste, tessuta nota su nota, dopo nota, sotto nota, di sghembo e obliqua e tangente e una coperta davvero avvolgente, insomma, quella tessuta mercoledì. Beh, signùr, molti dei ricami li ha contrappuntati Pietro Tonolo, che c’era niente pòpò di meno che pure lui.
E in qualche modo - molto mio, il modo... - ’sta rubrica è anch’essa una sorta di coperta che ho tessuto di week in week, così, con papucce di lana ai piedi, all’inizio, e lo sguardo ammiccante alle infradito. E le prime uncinettate, tu non lo sai, però me le ispirarono proprio il Tonolo e il Bonafede, quel lontanissimo 7 novembre in cui mi uscì una sorta di poesia. Una pRoesia? Giudica tu:
Ma come si fa, dico. Ma com’è?.../Ondivaghe... (Mani o polipi danzanti?)
Bonafede, si chiama.../Come non averne, di «bonafede» in lui/ a sentirlo, a vederne i tentacoli carezzare 30 tasti alla volta/ in spazi separati da nanomisure,/ ghirlande melodiche di pigiature d’avorio e/o solletico al cervelletto/ e che faccio, ora, rido e non so perch’-èh?!
E Tonolo com’è, dico, com’è che pari lì così,/giubbino indosso e quell’aria di sufficienza,/eppure sradichi e mi butti nidi di bisce travestiti da note/negl’occhi grandi?
Se (tu) avessi capelli te li strapperei, e chevvuoi,/ mica vorrai mi strappi i miei, dico.../ Avessi (tu) almeno l’aria di uno che si sta sbattendo potrei,/sarei, forse,/ disposto a sacrificarne qualche ciocca in virtù del tuo sudore,/ ma tu, Tonolo (nome musicale),/ fammi vedere o almeno fingi,/ ti prego fingi almeno di fare fatica,/ nel calpestare l’armonia in favore di/ disarmoniche sinergie.
E fossi donna ardirei/ di neri e bianchi tasti avere il corpo,/ svaghita là sotto in balìa dei polpastrelli/ o di 10 o 100 menestrelli?.../Invece sono cuore o cervello, non so.../non so... non so se è più l’uno o l’altro,/che mi state ubriacando.
E ora - non me ne vogliano le 3 giovani promesse già mantenute, né i loro genitori: -) ma non c’è più spazio per dire nei dettagli quel che è stato e non è stato, mercoledì. Ma c’è, sì, una notizia bomba: a luglio vi sarà un gran festival jazz-letterario (www.jazzontheroad.net) e yuppi!, sì, i 4 torneranno e ci sarà modo di... Già, pure d’arrivederci, perché... per cui... Add’io/ci sarò. E tu?
Ti bacio
Fabio Bix

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