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Vent’anni di Jazz on the Road: Una storia densa di note e passione

 

Era il 2003 quando un gruppo di amici appassionati di jazz decise di dare una voce alla propria passione, trasformandola in un viaggio condiviso. Nacque così Jazz on the Road, un progetto che da vent’anni unisce musica e cultura, portando il jazz oltre i confini delle note, fino a intrecciarsi con la vita della comunità.

 

L’Associazione culturale ARCI “Jazz On The Road” nasceva con un obiettivo chiaro: promuovere e diffondere la cultura della musica jazz. Il binomio musica-cultura diventava da subito la dimensione ideale per intraprendere un percorso di conoscenza “on the road”, con festival estivi e invernali che avrebbero portato nella città di Brescia concerti rilevanti nel panorama jazzistico nazionale e internazionale. Fin dall’inizio, l’associazione ha perseguito una missione no-profit con un fine ultimo e imprescindibile: integrare le scelte musicali e culturali con lo sviluppo sociale del territorio bresciano.


Questo approccio ha reso centrale il tema della valorizzazione del territorio e della misurabilità dei risultati, strategici per la progettazione culturale e la responsabilità pubblica verso la politica culturale cittadina.

 

Una storia di jazz

 

Come posso raccontarvi vent’anni di Jazz on the Road? Come posso convincervi che un tempo avevamo i capelli neri e lunghi?

 

Il tempo di vent’anni racchiuso in pochi minuti è un viaggio in un buco nero, così denso che un solo minuto accanto al suo orizzonte potrebbe contenere un milione di anni. Tanto ci vorrebbe per raccontarvi i festival, le attività, le vite, gli amori e le passioni che hanno reso unico Jazz on the Road.

 

Dobbiamo correre, veloci, per ricordare questi vent’anni di vita. Per raccontarvi dell’urgenza di tenere viva la musica e la cultura del jazz, che hanno attraversato piazze, teatri e luoghi magici.

 

Dal 2003, nella storica piazza Tebaldo Brusato, Jazz on the Road ha dato vita a momenti indimenticabili, che si sono poi diffusi in tutta la città: dal Broletto al Teatro Romano, dal Parco delle Cave al Cinema Eden.

Dentro milioni di note non siamo mai stati soli, c’eravate voi: amici, sostenitori, pubblico affezionato. Insieme siamo cresciuti, anno dopo anno.

 

Il jazz non è solo musica, ma un dialogo con l’arte, la fotografia, la letteratura. Da ‘I colori del jazz’ alla Web serie ‘Ballads’, abbiamo sempre cercato di esplorare nuovi linguaggi e raccontare storie che andassero oltre le note.

Ogni progetto ha portato con sé un pezzo di quella passione che guida Jazz on the Road. Alcuni hanno abbracciato la natura, altri si sono immersi nel cuore della città, ma tutti hanno raccontato una storia unica.

 

Uno dei primi progetti è stato l’Alta Valle Jazz Festival (2009-2011), una serie di concerti estivi ospitati nei Comuni dell’Alta Valle Camonica (Vezza D’Oglio, Temù, Ponte di Legno), che ha portato il jazz a dialogare con l’ambiente montano, creando connessioni uniche tra musica e paesaggio. Immaginate le note di un contrabbasso che risuonano tra le montagne, mentre il sole tramonta su Ponte di Legno. Questa era la magia dell'Alta Valle Jazz Festival.

 

Parallelamente, il progetto “Il Canto delle Sirene” ha messo al centro la voce femminile, utilizzando parchi urbani come cornice per eventi volti alla riqualificazione di via Milano e alla celebrazione della diversità espressiva delle artiste coinvolte.

 

Il legame con il tessuto urbano e la sua rigenerazione è emerso anche attraverso “Jazz in Eden”, un prestigioso progetto in collaborazione con il Cinema Eden, il Conservatorio Luca Marenzio di Brescia, Re-think e l’Associazione Altro Suono, integrato in un piano più ampio di promozione e riqualificazione della zona Carmine. Questo approccio inclusivo ha reso il jazz non solo un’arte performativa ma anche uno strumento di rinascita culturale.

 

Altri progetti hanno esplorato nuove dimensioni artistiche e narrative. “Sconfini Letterari” ha fuso musica jazz e prosa, coinvolgendo artisti di rilievo come Daniele Formica, Alessandro Haber, Giuseppe Cederna e Giancarlo Giannini in una serie di eventi che hanno esplorato la contaminazione tra suono e parola. “Borgo Wührer in Jazz”, invece, è stato concepito per valorizzare una nuova area commerciale e sociale di Brescia, grazie alla collaborazione con il Comune e gli esercenti locali.

 

La rilevanza internazionale è stata confermata dalle collaborazioni con il Teatro Grande, che hanno portato sul palco artisti di fama mondiale come Wayne Shorter e Gilberto Gil, e con il Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri, dove si sono realizzati eventi benefici come “Artisti Uniti per Amatrice”, una maratona musicale dedicata alla solidarietà per le popolazioni colpite dal terremoto.

 

La sinergia tra jazz, arte visiva e fotografia ha trovato espressione nei progetti promossi con il Teatro Der Mast, come “Woman in Jazz”, che ha celebrato le giovani jazziste nazionali accompagnando i concerti con mostre fotografiche, e “I Colori del Jazz”, un’esplorazione interdisciplinare del rapporto tra musica e arte visiva.

Tra i progetti autoprodotti di maggior rilievo che Jazz on the Road ha realizzato nel corso della sua storia, ve ne sono alcuni che hanno lasciato un’impronta indelebile, non solo per la qualità artistica, ma anche per l’impatto sociale e culturale sul territorio. Ognuno di essi è stato concepito con un’attenzione particolare all’inclusione, all’innovazione e alla valorizzazione di talenti emergenti.

 

Uno di questi è “New Way”, un collettivo di giovani musicisti nato con l’obiettivo di ricostruire ponti generazionali e offrire maggiore spazio e visibilità alle nuove voci del panorama jazzistico. Pensato per creare un dialogo tra passato, presente e futuro della musica jazz, “New Way” si è concretizzato attraverso una serie di live organizzati con il format “Giovedì in Jazz” e culminati con la partecipazione al Festival estivo del 2019. Il collettivo ha rappresentato non solo un’opportunità per giovani talenti, ma anche una piattaforma per sperimentare e ridefinire il linguaggio del jazz contemporaneo, conferendo al progetto un ruolo centrale nella missione di Jazz on the Road: sostenere la creatività e incoraggiare nuove generazioni di artisti.

 

Durante la pandemia, l’associazione ha prodotto il progetto discografico “Reithia”, un simbolo di rinascita per Brescia e Bergamo, due città profondamente segnate dall’emergenza sanitaria. L’album, registrato durante il Festival di luglio 2020, raccoglie musiche originali di due musicisti bresciani e due bergamaschi, creando un ponte musicale tra due comunità unite dal desiderio di speranza e resilienza.

 

Nel 2022 è nata la Web Series “Ballads”, un format innovativo pensato per promuovere la cultura jazzistica attraverso video a puntate. Questo progetto educativo, sviluppato in un periodo post-pandemico in cui i concerti dal vivo erano ancora limitati, ha permesso di mantenere viva la connessione con il pubblico, raggiungendo target diversi e costruendo una nuova continuità narrativa per la musica jazz.

 

Venti anni di Jazz on the Road sono il frutto di un amore condiviso per la musica e per la cultura. Ogni nota, ogni progetto, ogni applauso sono parte di un viaggio che continua a crescere e a trasformarsi. Non è solo la storia di un’associazione, ma una storia che appartiene a tutti voi.

Il finale, come in un buon concerto, lascia il pubblico con un sorriso e una promessa:

 

Questa è la nostra storia: vent’anni di amore per il jazz e per la cultura. E ora, sappiate che la musica non smetterà mai di suonare. È un invito, una promessa: il jazz vive, perché voi lo rendete vivo.


Le luci si abbassano, i riflettori si accendono, e la musica torna a suonare.

Fine.