RUBEN SOSA - Fumettista - pittore - scultore - scenografo - regista
Nasce in Argentina il 28 settembre1939.
Fumettista, acquarellista, illustratore, scultore, grafico pubblicitario, scrittore, cineasta, regista teatrale, si definiva un narratore visivo, ma sostanzialmente era un grande comunicatore.
Esponente della generazione dei grandi fumettisti argentini degli anni ’60 - ’70, autodidatta in tutte le discipline artistiche, si trasferisce in Italia nel 1976 e, dieci anni dopo, fonda a Brescia lo Studio di Arti Visive, dove trasmetterà, a varie generazioni di studenti, non solo le diverse tecniche espressive ma anche la passione con cui affrontarle.
Le sue opere sono state pubblicate in Argentina (Hora Cero e Frontera dirette da Héctor Oesterheld); negli Stati Uniti (Marvel Comics); in Francia (Charlie) e in Italia (Alter Alter, Corto Maltese, Corrier Boy, Vampirella, Uomini e Guerra, Intrepido, Il Monello, Blitz).
In ambito locale ha collaborato con Giornale di Brescia, Bresciaoggi, Tutto Brescia e Provincia e con varie agenzie di pubblicità.
Nel 2005 apre una parentesi al suo lungo soggiorno italiano per tornare in Argentina, dove muore improvvisamente nel 2007 per un’emorragia cerebrale.
Il suo ultimo lavoro, Tigres de Papier (ed. Tartamudo) è stato pubblicato postumo in Francia.
Le sue opere, frutto di cinquant'anni di professione, sono gelosamente custodite a Brescia.
Quando disegno penso e agisco come se dovessi fare un film. Seguo lo stesso percorso costruttivo: scrivo e faccio lo story board quasi simultaneamente, scelgo gli scenari o fondali scenografici, cerco “gli attori” tra amici e parenti e chiedo loro di prestare il volto per ogni singolo personaggio... amo lavorare usando modelli dal vero... è una permanente scoperta. Già con la matita in mano, faccio “recitare” gli attori-personaggi, improvvisando delle scene fino a trovare la posizione più interessante che, subito dopo, trasferisco sul foglio.
Penso il mio lavoro in sequenze d’immagini; immagino la forza espressiva di un gesto, di una mano, della luce e dei colori per le diverse scene e ambienti molte delle quali le risolvo disegnando direttamente quello che “vedo” mentalmente. È come se mi trovassi con gli attori dentro un set cinematografico e provassimo ad improvvisare una determinata azione... in questo modo tutto mi risulta più chiaro. Mentre un’idea gira nella mia testa, può prendere mille forme diverse ma una volta disegnata resta quella, si materializza e le altre variabili spariscono.
Credo che un buon racconto sia la base sulla quale costruire delle buone immagini, con bravi “attori-personaggi” e ottimi effetti... mancherebbe solo la colonna sonora e diventerebbe un film.
Amo profondamente questo mestiere. Sono molto fortunato, mi diverto lavorando... ma questo ha un prezzo: non diventeró mai ricco perchè, in verità, lo sono già.
Rubén
Sierra de los Padres, luglio 2007