ALESSANDRO HABER - recitazione
Le emozioni forti e un’esistenza vorticosa sembrano essere da sempre le compagne preferite di questo attore, nato a Bologna il 19 gennaio 1947, che già da ragazzino sogna di recitare, proprio quando, insieme al padre rumeno e alla mamma italiana, trascorre gran parte della sua infanzia in Israele. A nove anni torna in Italia e rimane fedele a quel sogno che lo porta, appena ventenne, ad ottenere una parte ne La Cina è vicina (Marco Bellocchio, 1967) e poi a lavorare con registi come i Taviani, Fellini, Bertolucci e Damiani. Nonostante questi nomi prestigiosi e un numero considerevole di film girati, per molto tempo il cinema gli propone ruoli modesti, da caratterista, oppure non valorizza certe sue interessanti prove, come Piso Pisello (Peter Del Monte, 1981) o Sogni d’oro (Nanni Moretti, 1981). Dopo il film di Avati arriva il meritato successo che premia la tenacia e la professionalità tipiche di un attore di razza. Anche a teatro ottiene unanimi consensi, recitando 'Orgia' di Pasolini e 'Woyzeck' di Buchner. Negli anni ‘90 si misura con ruoli sempre diversi, in un modo o nell’altro travolgenti. In Parenti serpenti (Mario Monicelli, 1992) è il figlio segretamente omosessuale di un’anziana coppia che verrà fatta fuori dai figli e in Cervellini fritti panati (Maurizio Zaccaro, 1996) è uno schizofrenico che complica parecchio la vita del fratello. Prima di girare tre film con Leonardo Pieraccioni (I laureati, 1995; Il ciclone, 1996 e Fuochi d’artificio, 1997) si mette a nudo in La vera storia di Antonio H (1994) opera prima di Enzo Monteleone, il regista che lo dirigerà in Ormai è fatta (1999). In seguito rivela un altro grande talento: scrive e canta canzoni, organizzando concerti insieme a Mimmo Locasciulli. Già dal suo primo CD (Haberrante) dimostra di essere un interprete sicuro e raffinato. Nel 2000 è uno dei protagonisti di Giorni dispari (Dominick Tambasco).